La vena cava superiore persistente è una rara anomalia vascolare congenita (circa 0,3% -0,4% della popolazione generale) [1-3]. Tuttavia, potrebbe causare difficoltà nell’impianto di dispositivi cardiaci, impedendo in alcuni casi il corretto posizionamento degli elettrocateteri cardiaci. Recentemente sono state introdotte nuove tecnologie di dispositivi leadless per minimizzare o eliminare le complicanze acute e croniche legate agli elettrocateteri, generatore tascabile dei sistemi transvenosi tradizionali e all’accesso al sistema venoso superiore. [4-7] Descriviamo il primo caso di impianto riuscito di una combinazione di sistema di stimolazione transcatetere (TPS) e un defibrillatore sottocutaneo (S-ICD) in un paziente con precedente infezione correlata al dispositivo e vena cava superiore sinistra persistente (PLSVC)
Scopo: Illustrare una procedura di ricanalizzazione della vena cava superiore (VCS) nel paziente portatore di 3 elettrocateteri posizionati per via succlavia sinistra che avevano determinato occlusione sintomatica della VCS. Il paziente era stato sottoposto nel 2005 a un impianto di Pace Maker (PM) VDD per Blocco Atrio-Ventricolare (BAV) completo. Nel 2016 risultava necessaria la riqualificazione per malfunzionamento dell’elettrocatetere. Il vecchio catetere rimaneva abbandonato in situ. Da allora il paziente manifestava una sintomatologia progressivamente ingravescente compatibile con la sindrome della VCS. Materiali e metodi: Previo accesso alla tasca del pace-maker si è proceduto all’isolamento degli elettrocatetetri connessi al dispositivo e del catetere abbandonato dal precedente impianto. Sugli elettrocateteri sono state fatte scorrere guaine dilatatrici di Byrd (Cook) per procedere allo scollamento dalle pareti vasali. Non risultando possibile il completamento di tale procedura si è proceduto ritocco di dilatatore meccanico modello Liberator (Cook) da 11 Fr. Rimossi gli elttrocateteri e stata lasciata il situ la cannula. Con una guida terumo si è guadagnata la vena cava inferiore e su di essa sono stati fatti scorrere dilatatori progressivamente più grandi sino ad un diametro di 22 FR. Risultati: Al controllo dopo procedura la VCS appariva rianalizzata. Il quadro clinico si manifestava un progressivo migliorato. Il paziente è stato avviato al posizionamento di PM epicardio. A seguito di una complicanza relativa a quest ‘ L’ultima procedura è stata effettuata rivalutazione con TC a circa 1 mese di distanza dalla ricanalizzazione che ha dimostrato la pervietà della cava superiore e la scomparsa del network dei circoli collaterali. Conclusioni: La procedura si è dimostrata fattibile ed efficace ed a nostra conoscenza non sono state descritte in letteratura procedure analoghe. Inoltre rappresenta un esempio di collaborazione multidisciplinare tra radiologi e cardiologi. Nota Bibliografiche: 1. Yao CL, Tan ZL, Tian R, et al (2018) Procedura chirurgica alternativa per il trattamento della sindrome della vena cava superiore in un paziente in emodialisi. J Vasc Access 1129729817752873. https://doi.org/10.1177/1129729817752873 2.Majumdar S, Shoela R, Kim DJ, et al (2018) Gestione endovascolare della sindrome da SVC dovuta a mediastinite fibrosa-A analisi di fattibilità e sicurezza. Vasc Endovascular Surg 52: 202–206. https://doi.org/10.1177/1538574418757401 3.Kalra M, Sen I, Gloviczki P (2018) Endovenous and Operative Treatment of Superior Vena Cava Syndrome. Surg Clin North Am 98: 321–335. https://doi.org/10.1016/j.suc.2017.11.013 4.Natali J, Picard JD, Melki JP (1996) [Implicazioni mediche forensi delle punture vascolari e cateterizzazione e procedure radiologiche con scopo diagnostico o terapeutico]. 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Recentemente, è stato segnalato che una tecnica meccanica a guaina singola con un approccio a più siti di ingresso venoso per la rimozione di elettrocateteri di pacemaker e defibrillatori impiantabili ha un alto tasso di successo e poche complicazioni. Nella nostra istituzione, questa tecnica di rimozione dell’elettrocatetere viene utilizzata dal 2002. In questo lavoro riportiamo la nostra esperienza, con l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza della procedura proposta. Questo studio è un’analisi retrospettiva delle cartelle cliniche di tutti i pazienti indirizzati alla nostra istituzione per l’estrazione dell’elettrocatetere transvenoso, secondo le indicazioni della Heart Rhythm Society di classe I o II. In 7 anni, 300 pazienti consecutivi sono stati sottoposti a procedure per la rimozione transvenosa di 518 elettrocateteri. L’indicazione più frequente per l’estrazione era l’infezione (74%). Rimozione completa di 502 derivazioni (96,9%) e rimozione parziale di 10 derivazioni (1. 9%) sono stati raggiunti. Non è stato possibile rimuovere sei lead (1,2%). Tutte le bobine di defibrillazione e le derivazioni del seno coronarico sono state rimosse con successo. Non ci sono stati decessi correlati alla procedura ma solo una complicanza maggiore (0,3%). La nostra esperienza mostra che la tecnica meccanica proposta è molto efficace e associata a poche complicazioni gravi, confermando così i risultati precedenti. Questo approccio può essere riprodotto in altri contesti con risultati molto soddisfacenti.